![]() Mary Roys Ogni dicembre chiedo ai miei figli, Toby e Kathy, che ora hanno sette e nove anni, di controllare i loro giocattoli e i loro vestiti e mettere da parte quelli che non usano più. Poi controllo quello che hanno selezionato, eliminando i pezzi più usati ed esercitando il mio potere di veto su altri, e metto le cose migliori in scatoloni da dare a chi ha meno di noi. Oltre a instillare nei bambini uno spirito di generosità, ho scoperto che è anche un buon sistema per eliminare le cose in più e fare buon uso degli articoli migliori di cui non hanno più bisogno. Il Natale scorso sembrava che i miei bambini vedessero la festa in modo più materialistico; pensavano di più ai regali che speravano di ricevere ed erano meno disposti a dare. Me ne sono chiesta il motivo e anche se fossero consapevoli di questo cambiamento nel loro atteggiamento. Decisi di indagare in maniera indiretta. «Quale pensate che sia il vero significato del Natale?» Naturalmente sapevano che a Natale si celebra la nascita di Gesù, ma era tutto lì. «Il primo Natale, Dio ci ha dato solo le cose che non gli servivano più?» «No», rispose pensieroso Toby. «Ci ha dato la cosa migliore che aveva il suo tesoro più speciale». «E quello è il vero spirito del Natale», spiegai. «Dare agli altri quello che abbiamo di meglio, come Dio ha fatto con noi». I bambini ci pensarono su un po’, poi se ne uscirono con il piano di dare via alcuni dei loro giocattoli preferiti, invece di solo quelli di cui erano stanchi. Toby scelse di dare alcune delle sue macchinine preferite e Kathy una delle sue bambole. Li impacchettammo con il resto degli articoli che avevamo preparato, poi portai i bambini con me quando andammo a consegnare i nostri regali. Inculcare nei miei figli dei buoni valori è una delle mie responsabilità più grandi come madre; insegnare loro a pensare agli altri prima che a se stessi ne è una gran parte. Naturalmente, dare altruisticamente non dovrebbe essere limitato a un solo giorno dell’anno, ma il giorno di Natale è un’opportunità perfetta per farlo. Mary Roys è una consulente familiare nel Sudest Asiatico. Articolo gentile concessione della rivista Contatto. Usato con permesso.
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![]() La sera di una Vigilia di Natale mi accomodai per bene sulla mia poltrona, stanco ma felice. I bambini erano a letto, i regali erano incartati, il latte e i biscotti aspettavano Babbo Natale vicino al caminetto. Mentre ammiravo l’albero con le sue decorazioni, non potei fare a meno di sentire che mancava qualcosa. Non ci volle molto perché le luci intermittenti mi facessero addormentare. Non so quanto tempo dormii, ma improvvisamente mi resi conto di non essere solo. Potete immaginare la mia sorpresa quando aprii gli occhi e vidi Babbo Natale in persona in piedi vicino al mio albero. Era tutto vestito di rosso, proprio come lo descrive la tradizione, ma non era “l’allegro burlone” che si dice. L’uomo in piedi davanti a me sembrava triste e deluso. E aveva gli occhi pieni di lacrime. “Babbo, c’è qualcosa che non va?” gli chiesi. “Perché piangi?” “Si tratta dei bambini”, rispose lui con tristezza. “Ma i bambini ti vogliono bene”, replicai. “Oh, lo so che mi vogliono bene e che gli piacciono i regali che porto”, disse, “ma sembra che oggi i bambini non capiscano il vero spirito natalizio. Non è colpa loro, sono gli adulti che si sono dimenticati di insegnarglielo. Molti adulti non l’hanno mai imparato nemmeno loro”. “Insegnare cosa ai bambini?” chiesi. Il volto di Babbo Natale si intenerì. Non erano più le sole lacrime a fargli brillare gli occhi. Con voce tenera disse: “Insegnare ai bambini il vero significato del Natale. Insegnare loro che nel Natale c’è ben più della parte che possiamo vedere, sentire e toccare. Insegnare loro cosa c’è dietro ai simboli delle abitudini e delle tradizioni che osserviamo a Natale. Insegnare loro cosa rappresentano veramente”. Babbo Natale infilò una mano nel sacco, ne trasse un minuscolo albero di Natale e lo depose sulla mensola del camino. “Insegnare loro a capire l’albero di Natale. Il verde è il secondo colore del Natale. Il sempreverde maestoso con il suo colore immutabile rappresenta la speranza della vita eterna in Gesù. La sua cima si slancia verso l’alto per ricordarci che anche i pensieri dell’uomo dovrebbero puntare verso l’alto”. Infilò di nuovo la mano nel sacco, ne tolse una piccola stella e la mise sulla punta dell’albero. “La stella era il segno della promessa. Dio aveva promesso all’umanità un Salvatore e la stella era il segno dell’adempimento di quella promessa il giorno che nacque Gesù Cristo. Bisogna insegnare ai bambini che Dio adempie sempre le sue promesse e che gli uomini saggi, come i re magi, lo cercano ancora”. “Il rosso”, disse Babbo, “è il primo colore del Natale”. Tolse dal sacco una decorazione rossa per l’alberello. “Il rosso è intenso, forte, vivo. È il simbolo del dono più grande che Dio ci abbia fatto. Bisogna insegnare ai bambini che Cristo diede la sua vita e sparse il suo sangue per loro, perché potessero avere la vita eterna. Il colore rosso dovrebbe ricordare loro quel meraviglioso dono della vita”. Babbo trovò una campanella nel sacco e la piazzò sull’albero. “Come il suono della campana guida verso la salvezza la pecora smarrita, essa continua a suonare oggi perché tutti arrivino all’ovile. Insegnate ai bambini a seguire il vero Pastore che diede la vita per le pecore”. Babbo pose una candela sulla mensola e l’accese. La fiamma illuminò la stanza. “La luce della candela rappresenta il modo in cui l’uomo può dimostrare gratitudine per il dono divino del Figlio di Dio quel lontano Natale. Insegnate ai bambini a seguire le orme di Cristo, a fare del bene. Questo è il simbolo delle luci che brillano sull’albero come centinaia di candeline accese. Ciascuna rappresenta uno dei preziosi figlioli di Dio”. Babbo infilò di nuovo la mano nel sacco e questa volta ne trasse un bastone di zucchero bianco a strisce rosse. Lo appese all’albero e sussurrò: “Ecco un bastone di zucchero duro, bianco. Il bianco è un simbolo della natura priva di peccato di Gesù, il nostro salvatore. Il bastone rappresenta il pastorale del Buon Pastore, che Egli usa per raggiungere e tirare fuori dai fossi del mondo le anime, che come pecore si sono perdute. “Il candito originale aveva tre strisce rosse sottili che rappresentano le frustate ricevute da Gesù, che ci danno guarigione, e tre strisce larghe che rappresentano il sangue da Lui sparso per noi sulla croce per darci vita eterna. Insegnate queste cose ai bambini”. Babbo tirò fuori una bella ghirlanda fatta di sempreverdi freschi e profumati, legata da un fiocco rosso. “Il fiocco rappresenta il legame della perfezione, cioè l’amore. La ghirlanda simboleggia tutte le cose buone del Natale agli occhi di chi vede e ai cuori di chi capisce. Contiene i colori rosso e verde e gli aghi dell’abete rivolti verso il cielo. Il fiocco parla della buona volontà di Dio verso tutti noi e il suo colore ci ricorda nuovamente il sacrificio di Cristo. Anche la sua forma è simbolica e rappresenta l’eternità e i valori eterni dell’amore di Cristo. È un cerchio senza principio e senza fine. Sono queste le cose che dovete insegnare ai bambini”. “Ma che posto hai tu in tutto questo, Babbo Natale?” gli chiesi. Le lacrime erano ormai svanite e il suo volto si aprì in un sorriso. “Grazie del pensiero”, rise. “Anch’io sono solo un simbolo. Rappresento lo spirito dell’allegria famigliare e la gioia di dare e ricevere. Se insegnate ai bambini tutte queste cose, non correrò il rischio di diventare più importante del necessario”. Devo essermi riaddormentato di nuovo e quando mi sono svegliato ho pensato: Finalmente comincio a capire. È stato tutto un sogno? Non lo so. Ma mi ricordo le ultime parole di Babbo Natale: “Se non siete voi ad insegnare queste cose ai bambini, chi lo farà? –Autore ignoto La nonna di mio marito, Nana Mae, era una persona che non perdeva mai di vista la bellezza che le stava intorno. Ogni volta che eri con lei, non c’era un momento in cui non ti facesse complimenti o ti dicesse com’era bello qualcosa. Non mi dimenticherò mai quella volta che Mike ed io la portammo a Los Angeles in macchina per Natale. Eravamo fermi in una stazione di servizio sulla I-5, quando improvvisamente Nana puntò un dito fuori dal finestrino e disse: “Bello”. Mi voltai per vedere di cosa stesse parlando… Tutto quel che vidi era un camion della spazzatura verde che si era fermato lì vicino. “È un bel verde”, disse lei, scuotendo il capo. Stava proprio guardando il camion. Sorrisi. Stava parlando di un camion della spazzatura, ma riusciva lo stesso a vederci qualcosa di bello. Come madri, anche noi possiamo scegliere se vedere la bellezza o no. Possiamo cercarla in mezzo a quella che a volte sembra la spazzatura della nostra giornata: il disordine dappertutto, i bambini che litigano, l’aggirarsi come pazze. E abbiamo un grande ruolo nello stabilire una tonalità di “bellezza” nella nostra famiglia. Tu stai portando la bellezza? O vedi solo il camion della spazzatura (come ho fatto io), invece del suo bel colore verde? Stai raccogliendo i ricordi che si preparano davanti a te, o stai perdendo la pazienza e sognando di avere un minuto solo per te? Ti stai gustando il presente, o vuoi soltanto che il tempo acceleri perché i tuoi figli possano crescere e arrivare in fretta allo stadio successivo quando le cose saranno più facili, se il cielo vorrà? Ti stai fermando ad assorbire questi momenti di essere [madre o padre] di un neonato, di un bimbo di sei mesi, di uno di due anni, perfino di un adolescente? A volte è difficile (credimi, lo so), ma è lì che si trova la vera bellezza: in quei momenti in cui ci s’immerge in essa intenzionalmente, in quelle scelte di essere grate e meravigliarsi di tutto quel che viene con l’essere [genitori]. Quando lo facciamo, la troviamo. Troviamo la bellezza. E ti auguro molti momenti belli oggi! —Genny Heikka, adattato Courtesy of http://anchor.tfionline.com/it/post/scoprire-la-bellezza/. Photo by D Sharon Pruitt via Flickr.com.
![]() Che cos’è l’amore incondizionato? È esattamente quello che le parole significano: amare una persona senza condizioni, solo per quello che è e non per quello che fa. —Zig Ziglar * I bambini eccezionali sono esattamente quello: eccezioni. La vasta maggioranza dei bambini non è sorprendentemente brillante, estremamente acuta, grandemente coordinata, tremendamente dotata, o universalmente popolare! Sono soltanto ragazzini con un enorme bisogno di essere amati e accettati per quel che sono. —James Dobson * Vedere i vostri figli, o voi stessi, da un punto di vista analitico o critico e desiderare che siano fatti in un certo modo piuttosto che in un altro, può privarvi della vostra felicità, della vostra ispirazione, della vostra pace spirituale e della vostra soddisfazione personale, per non parlare dell’effetto che può avere sui figli. I bambini ricordano le cose molto chiaramente e sono influenzati direttamente dall’atteggiamento dei genitori e da quello che questi pensano di loro. Così, se parlate continuamente di vostro figlio con fede e in maniera positiva, sia a lui sia agli altri, ciò avrà un effetto buono, ispirante e positivo su di lui e sarà molto più probabile che finisca per assomigliare alla persona che desiderate e vi aspettate che sia. Se però pensate o parlate di vostro figlio in maniera negativa, potreste fargli pensare a se stesso in modo negativo, ostacolando la sua felicità e la sua autostima, i suoi risultati e il suo modo di vedere se stesso. La fede genera fede; gli atteggiamenti positivi generano altri atteggiamenti positivi, sia verso se stessi che nei riguardi di chi vi sta intorno. Spesso basta dimostrare fede in qualcuno per aiutarlo a tirar fuori il meglio di sé. —Gesù, parlando in profezia * Avere uno spirito di approvazione vuol dire amare i propri figli anche quando si oppongono o sono di pessimo umore. Devono sapere che il loro vero valore non si basa sulla loro bellezza, sul loro cervello, o sul loro comportamento, ma sul semplice fatto che sono persone create da Dio. —Dan Benson * Per costruire un rapporto d’amore e rispetto, dovete ricordare che la reazione dei vostri figli verso di voi dipende da quello che provano nei vostri confronti. Se provano sentimenti d’amore e rispetto, le loro reazioni saranno obbedienti e amorevoli, perché è quello che desiderano fare. […] Non c’è vera unità senza rispetto. —Zig Ziglar * I bambini prosperano con i complimenti. È più importante lodare un bambino per le sue buone azioni e il suo buon comportamento, che sgridarlo per una cattiva condotta. Accentuate sempre il lato positivo. —David Brandt Berg * Alcuni modi per dimostrare amore e rispetto ai bambini
* Incoraggiate le qualità e le caratteristiche individuali dei bambini:
* I vostri figli dipendono da voi per vedere un esempio del mio amore per loro in maniera facile da comprendere, conoscere, assimilare e sentire. Se non fate vedere loro il mio amore, come faranno a sapere che li amo? Voi siete una manifestazione del mio amore per loro. I bambini sono fragili nelle loro emozioni, anche quelli che non lo dimostrano molto, e voglio mostrare loro che li amo, che mi curo di loro e che voglio stare vicino e fare cose speciali per loro. Il vostro amore, manifestato nel tempo che passate con loro, è uno dei modi migliori in cui un bambino sente il mio amore attraverso di voi. E proprio come Io amo fervidamente voi, amo anche loro — più di quanto possiate immaginare. —Gesù, in profezia Tratto da Grow Up Reading [Crescere leggendo]
I cambiamenti che i bambini hanno dalla nascita ai ventiquattro mesi sono notevoli e sostanziali. Alla nascita, i bambini usano soprattutto il pianto come mezzo di comunicazione e interazione col mondo. Con la crescita, i bambini cominciano ad usare gesti ed espressioni del viso per comunicare con gli altri, poi esclamazioni, balbettii e infine parole. Un buon sviluppo del linguaggio aiuta i bambini a diventare adulti con una buona padronanza del linguaggio, che sanno leggere e scrivere con competenza. I genitori possono aiutare i bambini ad imparare con successo a leggere e scrivere, sviluppando fin dalla nascita i seguenti talenti. Abilità di espressione orale: i bambini imparano il linguaggio in diverse fasi. Durante i primi quattro mesi, i bambini hanno per lo più un ruolo passivo nei confronti del linguaggio. Nei quattro mesi successivi, i bambini iniziano ad imitare i suoni. A otto mesi, un bimbo risponde quando viene chiamato per nome, distingue le emozioni dal tono della voce, risponde ai suoni facendo a propria volta dei suoni e usa la propria voce per esprimere gioia o dispiacere. Entro i dodici mesi mostra sempre più interesse alle parole e risponde a semplici comandi verbali. Comincia anche ad usare gesti semplici, come ad esempio salutare con le mani, o scuotere la testa per dire no. Fa dei balbettii modulati e usa esclamazioni come “oh-oh” e potrebbe già dire alcune parole come “mamma” e “papà”. A un anno un bambino è già in grado di dire sei o sette parole (anche se alcuni non parlano per niente, mentre altri riescono a dirne anche una cinquantina) e comprendono fino a settanta parole. C’è di solito uno spazio di circa cinque mesi tra il momento in cui un bambino comprende una parola fino a quando è in grado di pronunciarla. Tra i 12 e i 18 mesi il vocabolario di un bambino aumenta lentamente, ma con costanza. Per lo più il vocabolario di un bambino esplode dal momento in cui riesce a dire circa una cinquantina di parole. Dai due anni in poi i bambini riescono normalmente a imparare il significato di circa otto nuove parole al giorno. Più i genitori parlano e leggono al loro bambino, più rapidamente si sviluppa il suo vocabolario. Secondo gli esperti della prima infanzia, l’abilità linguistica cresce più velocemente nei bambini i cui genitori rispondono in modo positivo invece che negativo. Consapevolezza fonemica: comprendere i fonemi — i suoni più piccoli e distinti che formano le parole — è alla base dell’apprendimento di lettura e scrittura. I bambini sono piuttosto abili nel percepire la differenza dei suoni. Ecco perché i bambini sono “predisposti” a imparare diverse lingue nei primi anni della loro vita. I bambini riescono a distinguere i fonemi e imparano a differenziare i diversi suoni che compongono un linguaggio grazie all’interazione con i genitori e le altre persone che li accudiscono. Aiutate il vostro bambino a sviluppare una consapevolezza fonemica parlando e leggendo al vostro bimbo ogni giorno. Incoraggiate il vostro bimbo a sviluppare i suoi balbettii, perché l’aiutano a imparare a parlare. A circa due mesi, i bambini cominciano a vocalizzare suoni come “aaah” e “oooh”. A cinque mesi uniscono i suoni di vocali e consonanti per formare delle parole. Comprensione: la comprensione è essenziale nell’imparare a leggere. Anche se la comprensione verrà comunque rafforzata negli anni seguenti, quando intorno ai tre-quattro anni riusciranno a seguire immagini e testo per comprendere il significato di una storia, è tuttavia importante spiegare quello che sta accadendo in un libro mentre lo leggete a voce alta. Secondo Jim Trelease, nel suo Manuale della lettura ad alta voce, “la comprensione di ciò che si ascolta favorisce la comprensione di ciò che si legge”. Mentre il vostro bimbo ascolta quel che leggete, evidenziate i punti salienti di una storia attraverso le illustrazioni, oppure ricordate attraverso un’immagine un particolare della vita del vostro bambino. Usando simili strategie, incrementate la sua abilità di pensare e incoraggiate in lui una migliore comprensione. Le cose sono cambiate così tanto da quando sono cresciuta io che non so nemmeno
da dove cominciare per capire e aiutare mia figlia. Come posso superare questa distanza tra le generazioni? Il mondo è davvero cambiato molto in quest’ultima generazione. In superficie il gap generazionale sembra allargarsi, ma le apparenze possono ingannare. Le differenze tra generazioni si manifestano diversamente col passare delle generazioni stesse, ma il fatto principale rimane lo stesso: Dio ha messo negli adolescenti l’aspirazione a trovare il loro posto nella vita. Per capire meglio tua figlia, cerca di ricordarti come ti sentivi tu alla sua età. Se eri una tipica adolescente, ti sentivi impacciata e poco attraente in un corpo in costante cambiamento. Ogni foruncolo e ogni giornata storta rappresentavano una crisi enorme. Ti preoccupavi del tuo posto nel giro degli amici. Ti confrontavi con le altre ragazze della tua classe che apparivano più belle, più intelligenti, più accettate, o che sembravano più sicure di sé. Dovevi affrontare decisioni più grandi di quanto ne avessi mai affrontate prima; sapevi che nel futuro avresti incontrato decisioni ancora più grandi: quali scuole avresti frequentato? cosa avresti fatto da grande? chi avresti sposato? chi ti avrebbe mai voluto sposare? Probabilmente non capivi quel che stava succedendo e probabilmente nemmeno tua figlia lo capisce oggi, eppure è questo il processo con cui ci si scopre e si stabilisce la propria identità. In questo stadio della vita gli adolescenti cercano suggerimenti nei coetanei e nei genitori. Si mettono costantemente a confronto con i coetanei per stabilire il loro posto nella società e vagliano l’atteggiamento, lo stile di vita e i valori dei genitori per decidere se vogliono diventare come loro quando saranno adulti. È durante l’adolescenza che la maggior parte dei ragazzi diventa un po’ ribelle. Dopo tutto, come possono stabilire la propria identità senza sganciarsi dai genitori? Molti genitori rendono più difficile la situazione reagendo in modo spropositato alla ribellione dei figli e questo conduce quasi sempre a una maggiore ribellione e a una maggior spaccatura tra le generazioni. I genitori saggi accettano come naturale un certo grado di ribellione e capiscono che molti dei cambiamenti esteriori che meno gradiscono nei figli – i vestiti inconsueti, il modo di portare i capelli, la musica e così via – fanno tutti parte del processo di separazione. I genitori saggi capiscono anche che la sperimentazione fa parte della crescita e che non tutti gli esperimenti avranno successo. Nel tentativo di inventare la lampadina Thomas Edison provò centinaia di combinazioni di materiali che non funzionarono, prima di trovare quello giusto. Come Edison, la maggior parte degli adolescenti riconoscerà ciò che non funziona e proverà qualcos’altro. Permettete ai vostri adolescenti di fare queste esperienze, entro certi limiti. Un buon punto di partenza è “niente che causi danni a te o agli altri e niente di illegale”. Una cosa molto legata alla sperimentazione è il problema dell’autocontrollo. Molti adolescenti ne sono privi, soprattutto perché non ne vedono la necessità. Vogliono divertirsi, godono di maggior indipendenza e imparano per tentativi. Spesso imparano l’autocontrollo solo quando provano le conseguenze di decisioni sbagliate, ma non è successo così anche a te? Anche se i giovani vorrebbero essere persone indipendenti, in genere si sentono insicuri in quel nuovo ruolo. È un po’ come salire per la prima volta su un trampolino: stanno per tuffarsi nell’età adulta e si chiedono se sopravviveranno all’impatto. È l’amore incondizionato che combatte quell’insicurezza. Spesso gli adolescenti si comportano come se non volessero o non avessero bisogno dell’amore e del sostegno dei genitori e a volte possono essere veramente antipatici e sgradevoli per sottolineare quel punto. Più spesso però, che se ne rendano conto o meno, quel che vogliono veramente è mettere alla prova l’amore dei genitori. Cercano una conferma dell’amore dei genitori, perché l’amore è un’indicazione di valore e gli adolescenti hanno bisogno di sentire che hanno un valore. I genitori che dimostrano un amore saldo per i figli in ogni situazione danno loro la sicurezza di cui hanno così disperatamente voglia e bisogno. I genitori devono avere molto amore, pazienza e autocontrollo per mollare la presa e lasciare che i fi gli passino per questo processo di crescita. Ci vuole anche fede: fede nei figli, fede che i valori che hanno cercato di inculcare in loro da piccoli ora li porteranno a fare le scelte giuste; e fede in Dio, che è colui che ha creato questo processo. È proprio in quest’ultimo punto che hanno un grande vantaggio quei genitori che credono nel potere della preghiera e hanno un contatto personale con Dio attraverso Gesù: sanno a chi rivolgersi quando loro o i loro figli hanno bisogno d’aiuto. Gli adolescenti, in genere, sono alla ricerca di qualcosa, sono dei pellegrini alla ricerca della verità e di un vero senso della vita. Se tu, o qualcun altro, riesci a condurre tua figlia a Gesù, che è “la via, la verità e la vita” (Giovanni 14,6). Egli può mettere le cose nella giusta prospettiva per lei. Può darle amore incondizionato e approvazione; può dare pace al suo cuore; può darle le risposte giuste quando lei impara ad esporre a Lui i suoi problemi nella preghiera. Quando poi tu e tua figlia condividete una fede forte e viva, avrete più cose in comune di prima. Gesù è il vero ponte per superare la distanza tra generazioni! Per gentile concessione della rivista Contatto. Usato con permesso. Curtis Peter van Gorder Essendo nato prima dell' Internet, vedo persone che si scambiano freneticamente messaggini e a volte mi chiedo come sarebbero sopravvissute ai tempi in cui scrivere un messaggio comportava l’uso di una macchina da scrivere da quindici chili, una gomma da cancellare o un liquido correttore che sporcava dappertutto, un viaggio all’ufficio postale, una coda per comprare il francobollo, un’attesa di un paio di settimane perché la lettera arrivasse a destinazione e un altro paio per ricevere una risposta. Perché hanno tutti una fretta così dannata? Oggi ho preso un risciò a motore e perfi no il suo autista faceva due cose allo stesso tempo, cercando di portare a termine un aff are al suo cellulare mentre guidava nel traffico cittadino. Era vecchio abbastanza da ricordarsi quando fare una telefonata in un luogo pubblico voleva dire cercare una cabina telefonica, avere la moneta adatta e continuare a infi lare monete nel telefono, se la chiamata durava più di tre minuti? Quello che voglio sapere è dove va a finire tutto il tempo che risparmiamo non dovendo fare tutte quelle cose. Non dovremmo sguazzare nel tempo libero, grazie a tutte le meraviglie moderne che ci risparmiano tempo? È solo questione di cattiva gestione del nostro tempo? I buoni consigli abbondano: datti delle priorità, delega ad altri, fa’ prima i compiti più gravosi, elimina dalla tua vita le cose inutili, impara a dire di no… Ma c’è qualcosa di più. A volte non è questione di cosa stiamo facendo, ma di cosa stiamo diventando. Come disse il poeta indiano Rabindranath Tagore, “chi è troppo occupato a fare il bene, non trova il tempo di essere buono”. Come facciamo a rallentare un po’ le cose e goderci di più la vita, facendo allo stesso tempo tutto quello che va veramente fatto? L’altro giorno stavo uscendo per una riunione, quando mia nipote mi ha preso per mano e mi ha chiesto in tono eccitato: «Posso farti vedere i nuovi passi che ho imparato alla scuola di ballo?» Prima che potessi esclamare: «Scusa, ma ho fretta. Fammeli vedere la prossima volta», la mia mente ha fatto un salto di cinque anni e l’ho sentita dire, mentre usciva di corsa di casa: «Scusa, nonno, sono troppo occupata ad essere un’adolescente». «Certo», ho risposto. «Fammeli vedere». Dopo cinque minuti di danze vigorose e di applausi continui, sono uscito per la mia riunione sentendomi meno stressato e più ottimista. Avevo trovato la risposta. Se troviamo il tempo di fermarci e annusare i fiori, il loro profumo ci avvolgerà tutto il giorno, ricordandoci che la vita non è fatta solo di una corsa verso quello che ci aspetta dopo. Per gentile concessione della rivista Contatto. Usato con permesso.
Tratto da articoli presenti sul sito da parenting.com
Non c’è niente di sbagliato nel comprare giocattoli in un negozio, ma ecco alcune cose divertenti e stimolanti che potete fare insieme: 1. Rafforzate gli “aha!” Immaginate che il vostro bambino sia uno scienziato in erba e osservate quei momenti rivelatori: quel sorriso quando entra nella vasca da bagno, che vuol dire “Sì! Avrò la paperella appena entro nell’acqua!” Quelle manine che si muovono per dire, “Quando papà fa quella faccia, sta per solleticarmi!” Soddisfate queste piccole aspettative del vostro bambino e condividete la sua gioia nel mostrargli che aveva ragione. 2. Tenetelo dritto quando mostra interesse nelle cose. I neonati vedono le cose molto meglio quando stanno in posizione verticale e non coricati, quindi mettetelo sulle ginocchia per mostrargli nuovi oggetti, o tenetelo in braccio in modo che possa guardare dietro le vostre spalle quando lo portate in giro ad esplorare il suo nuovo mondo. 3. Sviluppate un sistema di comunicazione sia facciale che verbale. Molto prima che il bambino inizi a parlare, lo vedrete cercare di imitare le espressioni del vostro viso. Provate a fare delle smorfie e osservatelo mentre il suo interesse si accentua. “Ascoltatelo” e rispondete alle sue espressioni. 4. Danza e movimento. Per soddisfare il desiderio di movimento di vostro figlio, fategli fare un giro di walzer della stanza. Dondolatelo dolcemente avanti e indietro, muovetelo lentamente su e giù. Sedetevi su una sedia girevole e osservate le sue reazioni mentre girate. 5. Incoraggiatelo ad assaggiare le cose. Immaginate che la sua bocca sia una sonda spaziale estremamente sensibile, che raccoglie informazioni sul suo cosmo personale. Evitate di dargli oggetti troppo piccoli, appuntiti, oppure sporchi. Lasciate che lecchi quel cucchiaio, morda quella tazzina o provi a masticare quel pezzetto di crosta di pane. 6. Leggete a voce alta. Non preoccupatevi delle “parolone”. Filastrocche, libri — più varietà di linguaggio un bambino sente nelle voci che preferisce, più ne sarà affascinato. Scegliete libri con un linguaggio ripetitivo; ai bambini piace perché è prevedibile. 7. Cantate — con o senza parole. Avete dimenticato le parole della vostra ninnananna preferita? Canticchiatela. Le note musicali senza tutte quelle consonanti e vocali offrono uno stimolo più semplice e spesso più rassicurante. Joseph Reader
L’intrattenimento è capace di trasmettere dei messaggi sottili. Il Dott. David Walsh, autore di Selling Out America’s Children: How America Puts Profits before Values and What Parents Can Do [Svendendo i bambini americani: come l’America mette il profitto prima dei valori e cosa possono fare i genitori], ha messo in evidenza sei valori chiave che dominano i mass media di oggi: 1. La felicità si ottiene possedendo beni materiali. 2. Cerca di accumulare più che puoi per te stesso. 3. Accumula tutto più in fretta che puoi. 4. Vinci a tutti costi. 5. La violenza è un intrattenimento. 6. Per evitare la noia insegui il piacere a tutti i costi. L’enfasi dei media sull’intrattenimento e sul materialismo non dovrebbe sorprenderci, naturalmente. Almeno il novanta percento di tutto il contenuto mediatico con cui entriamo in contatto in fin dei conti è in mano ad una manciata di gigantesche corporazioni multinazionali che includono Time Warner, News Corp., Disney, Viacom, Vivendi, Bertlesmann e Sony. Il veterano della critica giornalistica George Gerbner fa notare che, per la prima volta nella storia dell’umanità, la maggior parte delle storie che riguardano le persone, la vita ed i valori non sono raccontate dai genitori, dalla scuola, dalla chiesa o da altri nell’ambiente in cui si vive, ma da un gruppo distante di aziende conglomerate che hanno poco da dire e tutto da vendere. Per questo motivo, i media del nostro ventunesimo secolo sono nelle mani di poche grandi corporazioni il cui obiettivo primario non è la salute della nostra società, ma aumentare al massimo i profitti. In un’intervista alla sceneggiatrice Clare Sera, l’agenzia di stampa cattolica Zenit le chiese in che modo Hollywood ci influenza a nostra insaputa. Questa è la sua risposta: In tutti i modi. Ogni film, ogni spettacolo televisivo ha un’influenza. Ma siamo noi a decidere se permettere a queste cose di influenzare il nostro cuore. La sig.ra Sera continua spiegando quanto sia importante discutere i messaggi alla base di un film dopo che lo si è visto, soprattutto con i propri bambini. I film sono buone opportunità per parlare di argomenti che non saltano fuori nei discorsi a tavola. È un ottimo modo per iniziare conversazioni con i propri figli sul perché pensi che questo film ha un messaggio pessimista o un messaggio buono e per chiedere loro cosa ne pensano. E non solo con i film: i genitori hanno continuamente l’opportunità di spiegare, “questo è quello che il Signore vuole da noi”, o “è qui che la cultura del mondo differisce dalla chiamata di Cristo”. E poi mostrare la differenza tra ciò che ha un bell’aspetto e ciò che è veramente bello, tra la gratificazione immediata e la profondità dell’anima. La differenza tra Britney Spears e Madre Teresa. Alla fine, la protezione migliore contro i pregiudizi dei media ed i loro effetti negativi è stare in guardia sull cose a cui ci si espone e limitarne la quantità. Accendere la TV, o assorbire indiscriminatamente pubblicazioni di massa ogni singolo giorno, sono attività che permettono l’accesso alle nostre menti da parte di chiunque abbia un obiettivo, chiunque abbia le risorse per influenzarci tramite i mezzi di comunicazione. Vale la pena proteggere la nostra mente e vale anche la pena di limitarne l’accesso. Come dice il vecchio adagio, “se hai la mente troppo aperta, gli altri ci getteranno spazzatura”. ![]() Tratto da Grow Up Reading [Crescere leggendo] (sito web) Prima alfabetizzazione: Usate le parole giuste quando parlate al vostro bebè. Per esempio, dite “cane” invece di dire “bau-bau”. Questo aiuta il bambino ad imparare le regole linguistiche senza confusione. I bambini usano i gesti per comunicare prima d’imparare a parlare. Incoraggiate il vostro bambino a usare semplici gesti e segni (per esempio insegnategli a battere le mani per dire “per favore”, oppure a toccarsi il petto per dire “grazie”). Questo può incrementare nel bambino la comprensione del linguaggio e accelerarne lo sviluppo. Aiutate il vostro bambino ad ascoltare i diversi suoni che formano le parole (percezione fonemica) ripetendo o cantando delle filastrocche. Le rime o le assonanze hanno suoni simili — ad esempio “agnellino” e “piccolino”, o “nanna” e “mamma”. Le filastrocche di solito usano rime baciate per attirare naturalmente l’attenzione del bambino verso questi suoni. Ascoltando un paio di parole che rimano, i bambini cominciano ad imparare che le parole sono formate da suoni distinti, cosa d’importanza critica nell’apprendimento della lettura. Oltre a leggere i tradizionali libri illustrati, usate dei libri interattivi: libri con suoni, odori, oggetti di diversa consistenza, per incoraggiare l’esplorazione e stimolare i sensi del bambino. Indicate le figure in una pagina e pronunciatene il nome; ciò li aiuta ad aumentare il loro vocabolario. Spiegate anche cosa accade nella storia; questo li aiuta a sviluppare la loro comprensione. Usate una lettura dialogica [colloquiale o interattiva] quando leggete ad alta voce. Il principio della lettura dialogica è che un adulto e un bambino svolgano una conversazione su un libro. Domandate al vostro bambino “cosa” e “perché” riguardo alla storia, fate una pausa e poi rispondete alle vostre domande. Introdurre in tenera età questo tipo di lettura e di domande, aiuterà vostro figlio a sentirsi più a suo agio con il processo di lettura dialogica quando comincerà ad usare le parole. Sviluppo cognitivo: fatelo giocare con giocattoli che reagiscono, che si aprono, emettono suoni o si muovono, per aiutare il vostro bebè a comprendere i meccanismi di causa ed effetto. Tra i 9 e i 12 mesi, la maggior parte dei bambini comincia a giocare autonomamente e sviluppa interesse per i giocattoli che emettono suoni o si muovono. A quest’età i bambini cominciano ad esplorare gli oggetti in vari modi (scuotendoli, sbattendoli, gettandoli e facendoli cadere) e cominciano ad usarli in modo corretto (scuoteranno un sonaglio, berranno dal bicchiere, ascolteranno il telefono). Giocate a nascondino. I bebè non hanno ancora sviluppato il senso della permanenza degli oggetti, cioè la consapevolezza che un oggetto nascosto esiste ancora. Cominciate nascondendo il vostro viso dietro una coperta e poi sorprendetelo facendo uscire di nuovo il viso. Mettetevi una sciarpa sulla testa e poi lasciate che il vostro bambino la tolga; nascondete degli oggetti sotto delle scatoline e lasciate che il vostro bebè le scoperchi per prendere gli oggetti. Sviluppo motorio: lasciate libero il vostro bambino di muoversi sul pavimento. I bebè hanno bisogno di passare del tempo sdraiati sia sulla schiena che sull’addome per sviluppare i muscoli necessari allo sviluppo motorio che avviene nei primi quindici mesi di vita. Passare troppo tempo in un dondolo o su un seggiolino, rallenterà il suo sviluppo motorio. Col crescere, continuate a dargli la possibilità di passare tanto tempo a giocare per terra, gattonando e camminando. Aggiungete dei piccoli stimoli, mettendo per esempio dei cuscini da scalare, delle piccole rampe da salire o dei tunnel da attraversare, per affinare la sua abilità motoria. Tra i giochi che contribuiscono a sviluppare la coordinazione tattile-visiva e l’abilità motoria, vi sono: costruire torri con blocchi di legno o plastica e poi buttarle giù; mettere e togliere il coperchio dei contenitori; smontare giocattoli (appropriati alla loro età) e poi rimetterli insieme; prendere palle o altri oggetti in movimento; girare manopole o voltare le pagine di un libro; scarabocchiare e dipingere con le dita; plasmare delle forme con la plastilina. Sviluppo sociale ed emotivo: fate dei giochi con le mani e con le dita come ad esempio “batti le manine” e “bu-bu settete” o “cucù”; e incoraggiate il vostro bebè ad imitare i vostri gesti. Gesticolare è il modo di comunicare dei bambini prima d’imparare a parlare. Quando rispondete a un gesto del bambino, state incoraggiando i suoi sforzi comunicativi. Cantate delle canzoni con il vostro bebè. La musica stimola le aree cognitive ed emotive del cervello. Incoraggiate i giochi espressivi in cui imita le vostre azioni nelle attività quotidiane: pulizie della casa, hobby, intrattenimento, ecc. Spiegate al vostro bambino quello che state facendo e poi incoraggiatelo ad imitarvi. I giochi di finzione aiutano il bambino a sviluppare il suo senso motorio e favoriscono un senso di realizzazione. Leggete libri sulle piccole buone abitudini giornaliere, come ad esempio lavarsi i denti, lavarsi le mani, mettersi le scarpe e fare il bagno. Queste letture incoraggiano il bambino nel periodo in cui si preparano ad imparare e a padroneggiare queste azioni. |
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March 2024
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