È sorprendente come i bambini riescano a stupirti in modo positivo! Può essere difficile capire tutte le loro azioni, quando sembrano comportarsi deliberatamente male o in modo contrario alle vostre attese. A volte è quasi impossibile sapere cosa gira nella loro testolina, perché le loro azioni contraddicono le vostre istruzioni o le cose che ritenete giuste. Scoprirete, però, che nonostante il loro comportamento dispettoso hanno un buon cuore, specialmente se li educate su nel modo giusto e insegnate loro ad amare e rispettare gli altri. I bambini non vedono le cose come gli adulti. Dovreste tenerlo a mente quando il vostro piccolo sembra avere doti speciali per mettersi nei pasticci. Stanno esplorando la vita, così quello che a voi sembra un “no” molto ovvio, nella mente di un bambino potrebbe non essere altrettanto chiaro. Forse nessuno ha spiegato loro perché non devono toccare una cosa, o perché non devono reagire in un certo modo. Per loro ogni giorno è una nuova esperienza di apprendimento e voi, i genitori, siete i loro insegnanti; oggi insegnate loro delle piccole cose che più tardi nella vita marcheranno il passo per cose più importanti. Ci vogliono amore, comprensione, fede e pazienza per allevare un bambino. Bisogna vederli per quello che possono essere, prendere nota del bene anche quando hanno la tendenza ad essere fastidiosi. Se dedicate tempo ai vostri figli e insegnate loro a distinguere il bene dal male, il frutto di quel che seminate nella loro vita si farà notare. Anche se i vostri figli hanno dei momenti difficili, ma voi date loro un amore e un sostegno costante e mantenete con loro dei giusti criteri di ciò che è giusto e sbagliato, ne varrà la pena, anche se a volte non sembrerà. Se continuate a guidarli con amore nella direzione giusta, il bene verrà sempre alla luce e forse proprio nei momenti in cui meno ve l’aspettate. Come dice il proverbio, “insegna al ragazzo la condotta che deve tenere; anche quando sarà vecchio non se ne allontanerà” (Proverbi 22,6). Quello che insegnate ai vostri figli da piccoli prima o poi darà frutto. Il bene non si manifesterà soltanto un giorno lontano, ma ne vedrete i frutti ogni giorno, se solo vi sforzerete di vederli. Non saltate subito alle conclusioni, ma guardate con gli occhi della fede e della possibilità e i vostri figli vi sorprenderanno. Text © The Family International. Used with permission.
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In questi ultimi tempi i miei bambini sono diventati piuttosto irrispettosi. Sembra anche che ogni volta che cerco di correggere la situazione, io peggiori le cose. Cosa posso fare? Il primo passo per correggere un tale comportamento è accettare la dura realtà che in parte è anche colpa tua se i tuoi figli sono in questo stato. Come per la maggior parte dei problemi, devi in primo luogo esaminare i tuoi atteggiamenti e le tue azioni e determinare come devi cambiare tu, prima di pensare ad aiutare gli altri a cambiare. Anche se i bambini crescendo diventano per natura più polemici e provocatori e hanno di conseguenza bisogno di più spiegazioni, la disubbidienza e un’aperta mancanza di rispetto sono di solito il frutto di troppa accondiscendenza. Infatti, l’eccessiva indulgenza insegna ai bambini a manipolare piuttosto che rispettare i propri genitori. La soluzione è imparare ad essere più fermi. Ma mettere in pratica un tale cambiamento è più facile a dirsi che a farsi, perché il comportamento da correggere è ormai diventato un’abitudine. A suo tempo probabilmente avevi ritenuto che i tuoi motivi – l’amore per i tuoi bambini e il volerli vedere felici – fossero buoni. Effettivamente lo sono, ma se i risultati non sono buoni, allora il tuo amore si è espresso nel modo sbagliato. Anche la fermezza è una forma d’amore, a volte la migliore. I bambini di solito pensano in termini di ciò che li può rendere felici al momento, per cui sono i genitori che devono prendersi la responsabilità di giudicare quello che è meglio per loro a lungo termine, il che spesso significa dover dire di no. Il passo successivo è avere concetti chiari nella mente. Cos’è esattamente un comportamento accettabile? Prima di poter sperare di convincere i tuoi figli che certi cambiamenti sono necessari, devi esserne pienamente convinta tu stessa. Se non sei sicura di cosa fare in una particolare situazione, prega e chiedi al Signore di mostrartelo. O se non sei sicura quale sia l’approccio migliore per ciascuno dei tuoi figli, chiedi a Gesù di rivelartelo. O se senti che le regole di cui hanno bisogno saranno troppo difficili da far rispettare, chiedigli di rafforzare le tue convinzioni. Qualunque domanda o bisogno tu abbia, lui è pronto ad aiutarti. Egli ama i tuoi figli anche più di te e puoi stare sicura che farà qualsiasi cosa per aiutarti a diventare la miglior madre possibile. Per mettere in pratica le regole che ritieni necessarie, otterrai risultati migliori se dedicherai del tempo a discuterle e analizzarne le ragioni insieme ai tuoi figli, cercando di ottenere la loro collaborazione, piuttosto che imporle e pretendere che le rispettino. Parlarne con loro trasmette un senso di rispetto nei loro confronti — il che ovviamente significa anche ascoltare le loro opinioni e mostrarsi flessibili e apportare modifiche se necessario. Di conseguenza, molto probabilmente ricambieranno il vostro rispetto; questo è il primo passo nella giusta direzione. Il modo in cui spiegare le cose dipende dall’età dei tuoi figli e dalla loro maturità. Come sempre, la soluzione migliore è chiedere consiglio al Signore, perché quello che funziona con un bambino potrebbe non funzionare con un altro. Comincia con l’assumerti le tue responsabilità e spiega la ragione per cui c’è bisogno di cambiamenti. Per esempio: “Dato che non ho corretto la cosa fin dall’inizio, tu adesso hai preso la cattiva abitudine di rispondere sgarbatamente e mancare di rispetto. Questo deve cambiare, perché non è un comportamento accettabile in una famiglia dove ci si vuole bene”. Non limitarti a illustrare le regole, ma indica chiaramente le conseguenze dell’infrazione; ad esempio: “Se mi rispondi in modo sgarbato, perderai per un po’ questo-e-quel privilegio”. Assicurati poi di mettere in pratica le minacce ogni volta che sia necessario, altrimenti le regole non avranno effetto. Non devi solo promettere punizioni, ma anche ricompense per un buon comportamento. “Appena ti comporterai bene potrò ripristinare i privilegi sospesi e forse aggiungerne degli altri”. Cerca di terminare la conversazione su una nota positiva E infine, prega di avere la pazienza necessaria. Ricorda, non stai cercando solo di cambiare il suo comportamento; stai provando a cambiare gli atteggiamenti che lo hanno portato a comportarsi in quel modo, sviluppando nuove abitudini positive che prendano il posto delle vecchie; questo richiede tempo. Preghiera, coerenza e fermezza mitigate dall’amore sono le chiavi del successo. Impegnatevi a lavorare insieme per ottenere i cambiamenti necessari e poi lavorate con costanza fino ad ottenerli. Courtesy of Contatto magazine. Used with permission. Photo by Ambro / FreeDigitalPhotos.net.
Di Sara Kelley Una delle cose più importanti che si possano fare è passare del tempo con i figli – e sembra che a noi genitori debba essere rammentato spesso questo importante principio. Quando siamo occupati tutto il giorno e i nostri figli passano la giornata a scuola, quel breve periodo di tempo che una famiglia può passare insieme la sera o durante i fi ne settimana o le vacanze dovrebbe essere visto e apprezzato come uno speciale tempo in famiglia. È la nostra possibilità di dimostrare ai figli che sono importanti e speciali per noi. L’importanza di passare tempo insieme dovrebbe essere riconosciuta sia dai genitori sia dai figli. In realtà, comunque, sta a noi genitori renderlo divertente e produttivo per loro. Una cosa che dimostra ai figli il posto speciale che hanno nel cuore dei genitori è che questi ultimi fanno in modo che i momenti passati insieme non vengano interrotti. In molte case la prima occasione della giornata in cui la famiglia si ritrova tutta insieme è a cena, e fare conversazione a cena è un’ottima cosa, ma non basta. Alcuni genitori che hanno forti legami con i figli, hanno scoperto che il miglior modo di mantenere l’unità familiare è dedicare ufficialmente a loro un’ora dopo cena, facendo in modo che siano momenti significativi. I genitori si impegnano a non lasciarsi distrarre da altri doveri durante questo periodo. A quel modo i figli sanno di poter contare sulla piena attenzione dei genitori. Che si tratti di un’ora o più, sta ad ogni genitore fare uno sforzo consapevole per mettere da parte il lavoro e le altre preoccupazioni per dedicare la propria attenzione ai figli al cento per cento. Potrebbe sembrare scomodo o fastidioso, ma se sarete costanti e vi impegnerete a farlo, scoprirete un notevole miglioramento nella loro vita e i vostri figli vi adoreranno! Per sfruttare fino in fondo questo tempo dovete coinvolgervi con i vostri figli. Non fate semplicemente la stessa cosa separatamente nella stessa stanza – tipo guardare insieme la TV – ma avvicinatevi a loro, parlate, conversate, scoprite cosa pensano. Uscite dal vostro mondo adulto ed entrate nel loro. Divertitevi, rilassatevi, imparate a godere di questo tempo con i vostri figli. Se avete figli grandi e figli piccoli, probabilmente dovrete avere attività diverse. Una sera la mamma potrebbe giocare o leggere qualcosa con i più piccoli, mentre il papà lavora ad un progetto artistico o di bricolage con i più grandi, o li aiuta con i compiti. La sera successiva i genitori possono scambiarsi di ruolo. O se c’è un genitore solo, dovrà passare del tempo prima con i piccoli e poi con gli altri quando i piccoli saranno a letto. L’idea è quella di dedicare del tempo significativo con ciascuno di loro. Se uno dei bambini ha un dono o un’abilità speciale, che si tratti di disegno, musica o dattilografi a, questo tempo insieme può dimostrarsi una grande opportunità per aiutarlo a sviluppare il suo talento e allo stesso tempo dargli l’incoraggiamento di cui ha bisogno. (Senza però trascurare gli altri figli). Il segreto per avere successo è pianifi care e organizzare in anticipo le proprie idee. Non c’è bisogno di doti speciali o attrezzature di lusso per mantere i figli felici e impegnati durante questi momenti. Proprio come i vostri figli sono speciali per voi, anche voi siete speciali per i vostri figli. Passare tempo con voi avrà un enorme signifi cato per loro e porterà risultati duraturi. Fate del vostro meglio e insieme ai vostri figli potrete vedere questo tempo come una grande possibilità di fare le cose preferite con le vostre persone preferite! Per gentile concessione della rivista Contatto.
Tratto da "Il Prof. Washington", di Les Brown
Un giorno, quando frequentavo il terzo anno delle scuole superiori, entrai in un’aula che non era la mia, per aspettare un amico; di punto in bianco apparve l’insegnante di quella classe, il professor Washington, che mi chiese di scrivere qualcosa alla lavagna, un calcolo o qualcosa del genere. Gli dissi che non potevo farlo. “E perché no?” Mi chiese. “Perché non sono un suo studente”, risposi. Non importa”, mi disse. “Vai alla lavagna lo stesso”. “Non posso farlo”, insistei. “Perché no?” Mi chiese di nuovo. Ci fu una pausa imbarazzata da parte mia. “Perché seguo la preparazione scolastica per il ritardo mentale”, riuscii a dire. Si alzò dalla scrivania, mi guardò e mi disse: “Non lo dire mai più. L’opinione che qualcuno ha di te non deve diventare la tua realtà”. Fu un momento di vera liberazione per me. Da un lato mi sentii umiliato, perché gli altri studenti avevano riso di me: erano venuti a sapere che seguivo un corso per il ritardo mentale. Però d’altro canto mi sentii liberato, perché il professore aveva cominciato ad attirare la mia attenzione sul fatto che non ero costretto a vivere entro i limiti angusti dell’opinione che altri avevano di me. E così il professor Washington divenne il mio pigmalione. Prima di questa esperienza ero stato bocciato due volte e in quinta elementare ero stato classificato fra gli alunni che dovevano seguire il corso speciale di istruzione per il ritardo mentale ed ero stato spostato dalla quinta alla quarta. In seguito ero stato bocciato di nuovo in terza media. Così, il prof. Washington portò un cambiamento radicale nella mia vita. Di lui dico sempre che aveva la stessa percezione di Goethe, il quale disse: “Prendi in considerazione un uomo per quello che è, e può solo fare di peggio. Ma consideralo per quello che potrebbe essere e diventerà come dovrebbe essere”. Il prof. Washington credeva che “nessuno si innalza al livello delle aspettative che si hanno di lui, se queste sono basse”. Egli dava sempre ai suoi studenti la sensazione che si aspettasse molto da loro e di conseguenza noi ci sforzavamo tutti di non deludere le sue aspettative. Un giorno, quando ero ancora ai primi anni della scuola superiore, lo sentii fare un discorso ai ragazzi che si stavano diplomando. Egli disse loro: “Dentro di voi c’è grandezza, avete qualcosa di speciale. Se solo uno di voi potesse cogliere una visione più ampia di sé, di ciò che può apportare a questo mondo, della sua speciale ed unica essenza ed identità, allora, in un contesto storico, questo mondo non sarà mai più lo stesso. Potete far sì che i vostri genitori vadano fieri di voi, che la vostra scuola, la vostra comunità vadano fieri di voi. Potete avere influenza su milioni di vite”. Stava parlando ai diplomandi, ma sembrava che quel discorso fosse rivolto a me. A quel punto tutti si alzarono in piedi per applaudirlo. Più tardi lo raggiunsi nel parcheggio e gli dissi: “Prof. Washington, si ricorda di me? Ero nell’aula magna quando lei ha fatto il suo discorso ai diplomandi”. “E lei che ci faceva là? Mica si sta diplomando” mi disse. “Sì, lo so”, gli risposi. “Ma il discorso che lei ha fatto, l’ho sentito dalle porte aperte dell’aula magna e quel discorso era per me, signore. Lei ha detto che in loro c’è grandezza. Anche in me c’è grandezza, signore?” “Sì, sig. Brown”, mi disse. “Ma che ne dice del fatto che sono stato rimandato in inglese, matematica e storia, e che devo fare un corso di ricupero quest’estate? Io sono più lento di comprendonio della maggior parte dei ragazzi, signore. Non sono intelligente come mio fratello o mia sorella, che frequentano l’università di Miami”. “Non ha importanza. Vuol solo dire che lei deve lavorare più sodo. Ma i suoi voti non determinano quello che lei è o quello che può produrre nella vita”. “Voglio comprare una casa a mia madre”. “È possibile, sig. Brown, lei lo può fare”. E fece per andarsene. “Prof. Washington…” “Cosa vuole adesso?” “Ehm… sono io, signore. Si ricordi di me, si ricordi il mio nome. Un giorno lo sentirà. La renderò fiero di me. Quello sono io, signore”. La scuola fu veramente una lotta per me. Venivo promosso perché non mi comportavo male. Ero un bravo ragazzo, ero divertente, facevo ridere la gente. Ero educato, rispettoso, così gli insegnanti mi promuovevano. Ma la cosa non mi era di grande aiuto. Invece il prof. Washington era esigente con me, mi faceva capire che ero responsabile dei miei progressi. Ma riuscì a farmi avere la fiducia in me stesso, che ce la potevo fare. Divenne il mio istruttore nel mio ultimo anno delle superiori, sebbene facessi ancora parte del programma di ricupero. Normalmente uno studente del corso speciale come me non poteva seguire i corsi di dizione e di recitazione, ma mi dettero un permesso speciale perché io li potessi seguire con lui, perché il preside si era reso conto che c’era un legame speciale fra di noi, che egli aveva avuto su di me un’influenza positiva, anche perché avevo cominciato ad avere buoni risultati scolastici. Per la prima volta nella mia vita il mio nome apparve sull’albo d’oro, l’elenco degli studenti che si erano distinti nello studio. Volevo davvero fare una gita insieme al gruppo teatrale e bisognava essere nell’albo d’oro per potervi partecipare: fu un vero miracolo! Il prof. Washington ridefinì in maniera totalmente diversa l’immagine che io avevo di me stesso. Mi dette una visione più ampia delle mie possibilità, ben oltre il mio condizionamento mentale e le circostanze in cui ero cresciuto. Anni dopo produssi cinque spettacoli che furono trasmessi in televisione. Gli feci telefonare da alcuni amici mentre il mio programma “Lo meriti” veniva trasmesso sul canale che curava il settore educativo della televisione di Miami. Stavo aspettando vicino al telefono quando la sua chiamata mi raggiunse a Detroit. Disse: “Posso parlare con il sig. Brown, per favore?” “Chi parla?” “Lo sa chi parla”. “Oh, prof. Washington, è lei!” “Quello era lei, vero?” “Sì, signore, ero io”. ![]() 11. Passate del tempo insieme. Molti genitori passano molto meno tempo con i figli adolescenti di quanto non facessero quando erano più piccoli. Sembrerebbe una cosa naturale, dato che un adolescente ha bisogno di meno supervisione di un bambino e per di più vuole affermare la propria indipendenza; spesso però è un errore. Gli adolescenti hanno bisogno di molto supporto, di guida e di continue nuove motivazioni. Hanno bisogno di chi li guidi, li stimoli e li educhi. Un genitore, più di chiunque altro, si trova nella posizione migliore per farlo. Nessun altro investimento porterà maggiori profitti o formerà legami più solidi tra genitori e adolescenti. 12. Ammettete i vostri errori. Avere due pesi e due misure irrita i giovanissimi. Ci vuole umiltà per ammettere i propri errori e scusarsi se avete sbagliato in qualcosa o se avete ferito i vostri figli, ma lonestà sui vostri errori e le vostre debolezze li aiuterà ad essere a loro volta onesti ed aperti con voi. Aiuterà voi e loro a mettere i problemi nella giusta prospettiva. 13. Abbiate un buon senso dell’umorismo. Cè il momento di essere seri sulle questioni fondamentali della vita, ma cè anche il momento di prendere le cose con minore serietà. I giovani ammirano gli adulti che sanno divertirsi e godersi la vita. Badate solo che il vostro umorismo sia di buon gusto e non venga fatto a spese di qualcuno, perché gli adolescenti imitano gli adulti che ammirano. 14. Esprimete il vostro amore. Forse ad essi non piacerà essere baciati e coccolati come quando erano più piccoli, ma nessuno è troppo grande per non provare la necessità di sentirsi amato. Cercate di non far passare giorno senza esprimere a parole il vostro amore per i figli e confermare quelle parole con i fatti. 15. Ascoltate. Ogni adolescente ha bisogno di un confidente, un vero amico cui possano confidare i segreti più intimi. Gli adolescenti hanno così tante cose dentro che a volte si sentono confusi, ma spesso esitano a parlarne per timore di essere fraintesi, di esporsi al ridicolo o essere considerati ingenui. Ascoltateli: hanno bisogno di sapere che qualcuno li capisce (ma evitate le reazioni tipo quando avevo la tua età, che loro odiano). Un errore comune dei genitori è quello di non ascoltare abbastanza a lungo e quindi di saltare a conclusioni errate. Invece di fargliela capire, portateli gradualmente ad arrivare da soli alle conclusioni giuste esprimendo i propri sentimenti. 16. Fate amicizia con i loro amici. Dimostrate un sincero interesse nelle loro amicizie. Cercate di scoprire il loro lato migliore e probabilmente finiranno col considerarvi i genitori più forti del giro. Poi non sorprendetevi se la vostra casa diventerà un punto di ritrovo per il giro di amici di vostro figlio. Forse il rumore e le spese alimentari saliranno, ma ne varrà la pena perché saprete dove sono e cosa fanno. 17. Perdonate e dimenticate. Ammettiamolo: i vostri figli faranno degli errori per cui dovranno chiedere e ricevere perdono. Come tutti noi, spesso gli adolescenti non riescono a confessare i loro sbagli per paura di essere etichettati per sempre a causa di quel che hanno fatto. Invece devono essere convinti del vostro amore e del fatto che sarete pronti a perdonare e dimenticare e a ricominciare daccapo. 18. Siate fermi nelle vostre convinzioni. Se non state attenti, lorgoglio di genitori, i legami emotivi e il desiderio istintivo di proteggere i figli potrà spingervi a cedere, prendere le cose alla leggera, tirarvi indietro o correre alla riscossa al momento sbagliato. Potreste perfino sentire vostre la loro rabbia, frustrazione e ribellione. È allora che è importante ricordare che vostro figlio sta imparando ad esercitare il proprio giudizio e, che lo dia a vedere o no, imparerà da voi. Se non avete la convinzione di fare la cosa giusta, nonostante qualche possibile conseguenza spiacevole, probabilmente non lavranno neanche loro. A volte la severità è il miglior tipo di amore. Gli adolescenti hanno grandi ideali e se difenderete le vostre convinzioni anche quando ciò va contro i loro desideri o non li trova daccordo, vi rispetteranno molto più che se sarete indulgenti. 19. Siate sinceri. Gli adolescenti fiutano la finzione da lontano. Anche se state sinceramente tentando di mettervi al loro livello, se vi sforzate troppo ed esagerate, non vi prenderanno seriamente. Il segreto è essere naturali. Gli adolescenti non vogliono essere trattati con condiscendenza o adulati vogliono degli amici, persone su cui sanno di poter contare e con cui si sentono a loro agio. Se li accettate per quello che sono, si sentiranno a loro agio attorno a voi e vi accetteranno per quello che siete. 20. Siate disposti a cambiare. Forse dovrete lavorare un po su alcune delle vostre abitudini o sul modo in cui reagite alle cose. Perché non la prendete come motivazione necessaria per rompere le abitudini che vi siete creati e che sapete di dover cambiare? Spesso è più facile cambiare per amore di qualcun altro che solo per noi stessi. Quale miglior motivo per cercare di essere una persona migliore? Approfittatene. 21. Portateli a Gesù. Gli anni delladolescenza sono un periodo turbolento. È come trovarsi su una barchetta in mezzo al mare in tempesta. Siate un faro, indicate ai vostri figli un porto sicuro Gesù. Per quanto amiate i vostri figli, solo Gesù può rispondere alle loro domande più profonde e soddisfare i desideri più reconditi del loro spirito. Non siete voi il loro salvatore, solo Gesù lo è. Non potete stare con loro ogni secondo o salvarli da ogni situazione, ma potete indicare loro la Persona che può farlo. Keith Phillips Quando recentemente due dei miei figli hanno avuto i loro primi bebè, mi ha riconfermato una cosa che sapevo già da anni: essere genitori tira fuori il meglio di una persona. I neo-genitori ne sentono immediatamente gli effetti, sia emotivamente che fisicamente: il legame affettivo che nasce a prima vista e diventa ogni giorno più forte, e il sonno interrotto e gli altri cambiamenti d’orario e di priorità. Ci sono però anche dei cambiamenti più sottili che usualmente sono gli altri a notare per primi: per esempio, quella luminosità speciale che Dio riserva ai neo-genitori e la maturità che nasce dagli adattamenti e dai sacrifici che essi devono fare per venire incontro ai bisogni del loro bimbo. Un tempo potevo affermare con certezza che portare a casa un bambino appena nato era il mio momento di maggior orgoglio – ogni volta. Ora direi che il primo posto è riservato al diventare un nonno, perché ogni volta che succede (ho undici nipoti) sono doppiamente orgoglioso: orgoglioso del nuovo nipotino e orgoglioso dei suoi genitori. Ora che sapete che sono nonno, forse vi chiederete che consigli posso offrire ai genitori più giovani. Sono pronto a dirvelo: oltre ai normali “grandi tre” (amate i figli senza riserve, dite spesso che gli volete bene e mettete al primo posto il tempo che passate con loro), penso che una delle cose migliori che i genitori possano fare sia lasciare che i figli siano se stessi. Se assomigliate alla maggior parte dei genitori, volete che i vostri figli eccellano. È una buona cosa cercare di aiutarli a raggiungere il loro pieno potenziale, ma spesso è facile passare da questo ad un eccesso di aspettative nei loro, o nei vostri, confronti. Né voi né loro sarete mai perfetti, quindi imparate a celebrare i successi e a non preoccuparvi del resto. Cercate l’amore e la fiducia, più che la perfezione, e formerete dei legami che vi manterranno uniti per tutta la vita in qualsiasi situazione. Tanti auguri a voi genitori! E per quelli doppiamente benedetti, auguri a tutti i nonni! Per gentile concessione della rivista Contatto. Usato con permesso. Compilato dagli scritti di Maria Fontaine e Derek e Michelle Brookes Indubbiamente crescere degli adolescenti è una delle maggiori sfide de della vita. Gli anni dell'adolescenza sono difficili e spesso i ragazzi coinvolgono nelle loro dificoltà le persone che gli stanno intorno. La loro facciata esteriore, a volte aspra, irrispettosa o ribelle, può intimidire i genitori e lasciarli in uno stato di shock e confusione, nel dubbio di aver fatto qualcosa di sbagliato. A questo punto molti, non sapendo cosa fare per aiutare i figli, si tirano indietro. Questo è un tragico errore, perché, dentro, i loro figli hanno un disperato bisogno di guida, incoraggiamento, amore, sostegno, comprensione e direzione. Gli adolescenti hanno un intenso bisogno di sentirsi sicuri e amati incondizionatamente. Hanno bisogno di sapere che qualcuno nota i loro problemi, che qualcuno si interessa a loro quel tanto che basta per cercare di aiutarli ad ogni costo. Non è un percorso facile, ma i genitori che resistono e continuano ad amare e cercare di raggiungere i loro figli hanno più probabilità di vederli superare le loro dificoltà di quanto ne abbiano quelli che prendono un ruolo meno attivo. Ecco ventun modi sperimentati con successo per migliorare la propria relazione con i figli adolescenti, 1. Accettate il vostro cambiamento di ruolo. La transizione dall'infanzia all'età adulta è così graduale che molti genitori continuano a trattare gli adolescenti come bambini anche quando ormai non lo sono più. Gli adolescenti attraversano una fase di scoperta della propria personalità, delle proprie capacità e delle proprie aspirazioni; distanziarsi dai genitori fa parte di quella fase. Gli adolescenti vogliono essere trattati da adulti e rispettati per la loro individualità. Nella loro ricerca di indipendenza, essi alzano la guardia contro il ruolo tutorio dei loro genitori. Se nelle occasioni giuste riuscite a trattare i vostri figli come amici, essi saranno maggiormente disposti ad abbassare le difese. 2. Mettetevi al posto dei vostri figli. Durante l'adolescenza è normale una certa sensazione di insicurezza. Gli adolescenti non sono più bambini, ma nemmeno completamente adulti. Il loro corpo attraversa enormi cambiamenti e le emozioni e gli ormoni si scatenano. Imparano ad avere più indipendenza e maggiori responsabilità; devono affrontare decisioni e pressioni i no ad allora sconosciute. Tenere questo a mente dovrebbe aiutarvi a non sentirvi aggrediti dai loro scoppi emotivi e verbali. Se cercate onestamente di simpatizzare con loro, raggiungerete una miglior comprensione dei loro problemi ed essi sentiranno in voi un alleato. 3. Mantenete la calma. Non sentitevi offesi dalle cose assurde che fanno e dicono. A volte gli adolescenti dicono e fanno cose strane solo per vedere le reazioni che suscitano. A volte cercano di esprimere ciò che hanno dentro, ma non sanno come fare, o non lo capiscono neppure loro. Altre volte sono semplicemente egocentrici, una loro tendenza tipica. Se vi inquietate o esprimete sgomento od orrore, non farete che peggiorare le cose. Imparate ad assorbire i colpi. Se i vostri figli sanno che cercherete di capirli e simpatizzare con loro quando cercano di sfogarsi, si sentiranno sicuri con voi. 4. Rispettate i vostri adolescenti. Il rispetto è un segno di fiducia. Quando gli adolescenti fanno fatica ad avere fiducia in se stessi, un po' di rispetto può aumentare questa fiducia, spronarli ed aiutarli ad avere successo. Al contrario, se ritengono che non abbiate fiducia in loro, è molto più probabile che rinuncino prima di sviluppare tutto il loro potenziale. 5. Non prendeteli in giro e non sminuiteli. Quando un adolescente si sente vulnerabile - cioè la maggior parte delle volte - è facile che accolgano con permalosità le cose dette per scherzo e le considerino più uno scherno che una battuta. 6. Siate fiduciosi e appoggiateli moralmente. Per lo più gli adolescenti si sentono inferiori e il modo negativo in cui vedono se stessi a volte trova sfogo nelle loro azioni. Cercate di mantenere reazioni fiduciose e solidali. Naturalmente non potrete ignorare problemi seri o comportamenti errati, ma potete dare un impostazione positiva a quasi tutte le situazioni se parlate principalmente in termini di soluzioni e lezioni da apprendere, piuttosto che esprimere rabbia o delusione. Accentuare il positivo è un segno di amore incondizionato che combatte la mancanza di autostima. Lodate i vostri ragazzi ogni volta che potete. 7. Evitate regole inutili. Troppe regole e restrizioni possono provocare sentimenti di ribellione in quasi ogni adolescente. Allo stesso tempo alcune regole sono necessarie perché non è saggio lasciare le redini libere. Quando vi sembra necessaria una nuova regola, cercate di discutere e decidere insieme, invece di dettar legge. Spiegate le vostre ragioni, prestate ascolto a vostro figlio e cercate il più possibile di avere il suo consenso sui termini e le conseguenze per eventuali infrazioni. 8. Affidate responsabilità agli adolescenti. I ragazzi hanno bisogno di direttive, ma vogliono anche sentirsi indipendenti ed esigono fiducia. Affidate loro responsabilità da adulti e si sforzeranno ancora di più di comportarsi da adulti. Una persona molto saggia una volta disse: "Trattate una persona come se fosse ciò che dovrebbe essere, e la aiuterete a diventare ciò che è in grado di essere". Gli adolescenti faranno degli errori, come tutti, ma quando vedranno che ciò non diminuisce il vostro amore e la vostra fiducia in loro, continueranno a sforzarsi e alla fine ce la faranno. 9. Guadagnatevi la loro fiducia mantenendo i loro segreti. Gli adolescenti sono sensibili riguardo alle cose che succedono nella loro vita. A nessuno piace essere argomento di pettegolezzi o chiacchiere - e agli adolescenti in modo particolare. Quando un adolescente si confida con voi vuole essere certo della vostra discrezione. Per voi potrebbe essere una cosa insignificante, ma per loro potrebbe avere un importanza determinante. Se tradite la loro fiducia, probabilmente ci vorrà molto tempo prima che confidino di nuovo in voi. 10. Pregate. Quando non sapete cosa dire o come reagire quando vostro figlio o figlia ha dei problemi, pregate. Fate una preghiera silenziosa, chiedendo al Signore di darvi saggezza e comprensione e la soluzione giusta. Per gentile concessione della rivista Contatto. Usato con permesso.
Di Ruth Cortejos Come genitori desideriamo che i nostri figli vadano d’accordo con gli altri bambini. Quando la mia prima figlia, Danae, cominciò a giocare con gli altri bambini, cercai di insegnarle a comportarsi gentilmente e sotto molti aspetti se la cavava bene: faceva nuovi amici, non litigava, era attenta e premurosa e lasciava perfino che io giocassi con gli altri bimbi. L’impresa più grande fu insegnarle a condividere i propri giocattoli. Per darle più opportunità di imparare a farlo, cominciammo a invitare altri bambini della sua età a venire a giocare con lei. Quel piccolo passo fu la chiave per aiutare Danae a scoprire che è divertente condividere con gli altri le proprie cose, una lezione che a quanto pare dovevo ripassare anch’io. Una sera Danae aveva invitato la sua amica Natalie a giocare con lei. Era una delle sue compagne di gioco più assidue e uno dei loro giochi preferiti era un mazzo di carte illustrate di un gioco chiamato “La pesca”. Anche se le bambine erano troppo piccole per seguire tutte le regole e giocare come si doveva, a loro piaceva guardare le illustrazioni e trovare quelle uguali. Quella sera, dopo che Natalie tornò a casa sua, Danae venne da me, mostrandomi tre o quattro carte del gioco, e mi disse: “Mamma, voglio regalarle a Natalie. Sono le carte che le piacciono di più”. Cercai di spiegarle che non volevo che le desse via perché il mazzo non sarebbe stato completo, ma Danae insistette: “Voglio davvero dargliele”. Cercai di nuovo di spiegare: “Danae, queste carte fanno parte del gioco. Se le dai a Natalie, non le avremo più e il mazzo avrà delle carte in meno”. “Fa lo stesso, mamma, perché io ho le altre carte”. Pensai che forse non aveva capito che quel che è dato è dato, così cercai di dissuaderla. “Se le dai a Natalie, non potrai fartele restituire domani. Una volta che gliele hai date sono sue”. Danae fece un’espressione preoccupata. Per un attimo fui contenta che cominciasse a capire. Ma poi sorrise e disse: “Va bene, voglio dargliele lo stesso”. Cosa potevo dire? Mi sedetti un attimo a pregare, poi mi venne in mente: avevo cercato così tanto di insegnarle a condividere le cose e adesso che aveva imparato quella lezione così importante stavo cercando di fermarla. Cosa stavo facendo? Stavo per fare uno stupido errore. Che importanza aveva che il gioco rimanesse incompleto? Se necessario se ne sarebbe potuto trovare un altro. L’importante era che mia figlia stava imparando la gioia del dare, che stava pensando agli altri invece che a se stessa, che stava cercando di rendere felice la sua amica. Non è così che dovrebbe essere la vita? Quel giorno mia figlia mi insegnò una lezione su cui vengo ancora messa alla prova. Ora ho tre figli e ogni tanto uno di loro viene da me con un giocattolo o un peluche che vogliono regalare a un amico. Spesso il mio primo pensiero è di dissuaderli, ma se mi fermo a pensarci giungo sempre alla stessa conclusione: le cose non durano in eterno, ma i figli sì. I valori che instillo nei miei figli oggi faranno parte di quel che loro saranno domani. Articolo gentile concessione della rivista Contatto. Usato con permesso.
Un ragazzo parzialmente sordo tornò a casa da scuola un giorno, con una nota scritta dal preside, che suggeriva ai genitori di togliere il ragazzo dalla scuola perché “era troppo stupido per imparare qualcosa.” La madre del ragazzo lesse la nota e disse: “Mio figlio Tom non è ‘troppo stupido per imparare qualcosa’. Gli insegnerò io stessa”. E così fece. Passarono molti anni e quando Tom morì, il popolo degli Stati Uniti gli rese onore spegnendo le luci in tutto il paese per un minuto. Tom era stato l’inventore della lampadina; ma non solo, aveva inventato anche la cinepresa e il fonografo. In totale, Thomas Edison brevettò più di mille invenzioni. - Da il Piccolo Libro di Dio per Ispirare le Madri “Mia madre fu la mia grande ispiratrice. Era così sincera, così sicura delle mie qualità, che sentivo di dover rispondere alle sue aspettative. Il ricordo di mia madre sarà sempre una benedizione per me.” –Thomas A. Edison (1847-1931) * Durante l’adolescenza Jim lavorò in una drogheria di Hamilton, in Missouri. Gli piaceva il lavoro e pensava di dedicarsi alla carriera di droghiere. Una sera tornò a casa e raccontò orgogliosamente alla sua famiglia le furbizie del suo datore di lavoro. Il droghiere tagliava abitualmente le marche più costose di caffè con caffè di bassa qualità, aumentando i suoi profi tti. Mentre raccontava la storia a tavola Jim se la rideva. Suo padre non vide niente di divertente nella cosa. “Dimmi”, gli chiese, “se il droghiere scoprisse che qualcuno gli rifi la una merce scadente al prezzo di una di qualità, pensi che la riterrebbe una cosa furba e ci riderebbe sopra?” Jim capì che il padre era rimasto deluso dalle sue parole. “Credo di no”, rispose. “Immagino che non la vedrebbe così.” Il padre gli disse di tornare al lavoro il giorno dopo e farsi dare i soldi che gli spettavano e poi dire al droghiere che non avrebbe più lavorato per lui. In paese il lavoro era scarso, ma l’uomo preferiva vedere il figlio disoccupato piuttosto che alle dipendenze di un commerciante disonesto. Quella fu la fine della carriera di droghiere per J.C. Penny. Invece finì col fondare la catena di supermercati che porta ancora il suo nome. I segreti del suo successo ci vengono rivelati nella sua autobiografi a Cinquant’anni con la Regola Aurea. Per gentile concessione della rivista Contatto. Usato con permesso. |
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